Buona lettura

La bambola fatta arrivare coi buoni Maggi

Ricordi ormai lontani. Nell’aria c’era il profumo di Natale. I desideri erano tanti, ma rimanevano tali. A Brissago, un vecchietto, per 9 giorni alle 5 di sera in cima al campanile, suonava la novena. Mia sorella e io, quando la mamma ce lo permetteva, infreddolite nei nostri cappottini, salivamo senza paura sulla buia e stretta scala per sentire la dolce melodia. La mattina di Natale, con occhi lucenti, guardavamo l’albero addobbato con palloncini colorati, uccellini e qualche cioccolatino.
Regali pochi, cose utili. Una volta trovai una bellissima bambola, fatta arrivare con i buoni dei dadi Maggi. Dopo la messa, si tornava a casa per il buon pranzo, che la mamma ci preparava: qualche fetta di salame, ravioli in brodo, bollito e arrosto.
Ricordo la ciliegina rossa di mostarda. Poi mandarini, il panettone. Ogni tanto, il pomeriggio, arrivavano dall’Italia gli zii.
Davanti al camino che ci riscaldava, ci si divertiva con i giochi di società. Quando nevicava, col naso appiccicato alla finestra, guardavamo scendere la neve: fiocchi su fiocchi, sembravano tante stelle, le stelle di Natale.

ELVIRA BERTOLINI, AGNO